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31 luglio 2008

Schermo di 2.200 mq in Cina

No, non è un errore: è proprio uno schermo di duemiladuecento metri quadrati!

In occasione delle Olimpiadi 2008 in Cina, è stato installato sulla facciata dello Xicui Entertainment Complex di Beijing, vicino al complesso olimpico.

Sullo Zero Energy Media Wall progettato dallo studio di architetti Simone Giostra & Partners and Arup possono essere visualizzate immagini in movimento, pilotate da computer.

Viene indicato anche con il nome GreenPix, composto da:

Il "verde" si riferisce al fatto che il consumo energetico è pari a zero ("zero energy" in inglese), perché una serie di pannelli fotovoltaici raccoglie energia durante il giorno per utilizzarla al bisogno.

Il numero totale di pixel del muro ("wall" in inglese) è di soli 2.292 punti.
Per avere un termine di paragone, i monitor grafici dei computer più diffusi hanno 1.024 x 768 punti, pari a 786.432 pixel.

A cosa serve allora?

Nel sito fai.informazione.it è stato pubblicato un articolo su GreenPix con notizie e riferimenti tecnici.

(Grazie a Guido per la segnalazione).

# pubblicato da Saverio Rubini @ 19:29
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20 luglio 2008

Come aggiornare i programmi?

Ci sono diversi programmi che aiutano a cercare gli aggiornamenti delle applicazioni installate in Windows.
UpdateStar è uno di questi.

lanciandolo in esecuzione, controlla quali programmi ci sono e in che versione.
Chi lo desidera, può collegarsi direttamente al sito del produttore con un clic sull'apposito pulsante e prelevare la versione più aggiornata.

Può risultare molto comodo, perché non tutti i programmi si aggiornano automaticamente quando li si apre e ci si collega in Internet.

Lo fanno Firefox e Thunderbird, per esempio, ma anche molti altri.

UpdateStar può aiutare a mantenere copie "fresche" dei programmi.

Attenzione, però, a verificare due cose:

# pubblicato da Saverio Rubini @ 22:58
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13 luglio 2008

Videoconferenza su IP? Mah!

È da quando si è cominciato a parlare diffusamente di Internet punto interrogativo, che ogni tanto si legge o si sente della possibilità di parlare e di vedersi, utilizzando un computer e sfruttando il traffico di pacchetti IP veicolato attraverso la "rete delle reti".

La prima delle due ipotesi si è già realizzata in modo piuttosto concreto.
Lo si è ottenuto con programmi come Skype e collegando al computer un microfono insieme con una cuffia o con una coppia di altoparlanti.

Aggiungendo una di quelle piccole telecamere chiamate webcam, si potrebbero fare videotelefonate tra due persone.

Il termine "videoconferenza", invece, implica la possibilità di vedersi e di parlare tra più computer.
Svariati intoppi tecnici, logistici e psicologici, però, ne impediscono l'affermarsi.

Tra i primi, c'è il grosso impedimento della velocità con cui dovrebbero giungere i pacchetti sul computer di destinazione, per vedere filmati fluidi e ascoltare voci nitide.

La banda nominale di parecchi Megabyte che hanno i moderni collegamenti ADSL punto interrogativo sarebbe sufficiente.
Il problema sta nel traffico della Rete: sempre alto e con intensità irregolare.

Gli impedimenti logistici sono costituiti dalla necessità di rimanere seduti davanti al computer, accenderlo, collegarsi con l'apposito programma, manovrare opportunamente microfono e cuffia o casse.
Molti trovano più comodo parlare con il telefono portatile, magari muovendosi nella stanza.

Dal punto di vista psicologico, qualcuno potrebbe preoccuparsi del proprio aspetto, dell'abbigliamento che ha (soprattutto quando sta a casa).

Utilizzando le casse acustiche, poi, quello che si sente lo ascoltano tutti...

Certo, la possibilità di vedersi tra più persone dislocate in diversi punti della Terra e di farlo gratuitamente (se il collegamento è già pagato) affascina.

Bisogna superare solo alcuni piccoli scogli.
Senza un minimo di impegno, però, non c'è gusto a fare molte cose.

# pubblicato da Saverio Rubini @ 18:32
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12 luglio 2008

"In offerta" non è: "scontato"

Ascoltando chi torna da un supermercato o da un centro commerciale, non è difficile sentire frasi del tipo:

Di per sé non ci sarebbe niente di strano, se non fosse per il fatto che nel linguaggio comune la locuzione "in offerta" è diventata sinonimo di "scontato o di "a prezzo conveniente".

Potrebbe esserlo, ma non è detto che lo sia per forza.
Potrebbe essere anche a prezzo uguale, se non maggiore del normale.

Cominciamo col dire che tutti i prodotti disponibili in commercio sono "offerti" in vendita e, quindi, posti "in offerta" dal venditore.

La questione non è di poco conto, perché può trarre in inganno più di uno.

Infatti, non è raro trovarsi davanti a prodotti "in offerta" e poi scoprire che il loro prezzo è normalissimo, per nulla ridotto rispetto a quello di altri esercizi.

Non se ne può fare neanche un addebito a chi vende.

Per esempio, un commerciante potrebbe mettere "in offerta" una certa quantità di un dato prodotto, perché affidato solo a lui in una data zona geografica.

Un altro prodotto potrebbe essere "in offerta" perché è il primo lotto di quel modello ad arrivare nel mercato.

In questi due esempi, non è detto che il prezzo sia inferiore a quello normale.
Potrebbe essere addirittura maggiore, perché il prodotto viene venduto in esclusiva.

Attenti a non lasciarsi confondere dai messaggi commerciali, allora.

# pubblicato da Saverio Rubini @ 16:55
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